SUSSIDIO PER LA PREGHIERA PERSONALE  O FAMILIARE IN QUESTO TEMPO DI PROVA

13 aprile 2020 – Lunedì dell’angelo

(A cura di don Antonio Savone, Direttore Segreteria Pastorale Arcidiocesi di Potenza-Muro L.-Marsico N.)

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? 
Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8.31.35.37).

Introduzione
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Alleluia!
Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Oggi siamo in festa, perché il Signore è risorto: rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Oggi la morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello: Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa! Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Oggi la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo: questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi. Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Sal 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli ìnferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

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Dal Vangelo secondo Matteo Mt 28,8-15
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

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Il bacio e la lacrime…
In questa Pasqua ho rivolto al Signore questa preghiera-augurio: “Concedimi Signore di “fare Pasqua” passando dal voler imbalsamare il corpo morto del mio passato al riconoscere i segni del nuovo che già germoglia in me”. Perché? Perché la vicenda di Gesù, la vicenda di Pasqua è lì a ricordarci che c’è il rischio di accostare la vita con una sorta di lettura delle cose a metà. Ci ritroviamo sovente come sommersi dal buio, come se stessimo attraversando una lunga interminabile notte. E quello che più ci rammarica è il fatto che a Dio sembra non importare nulla di questo buio e di questa notte. Ma la Pasqua viene proprio a ricordarci che la nostra fede e la nostra speranza nascono dalla certezza che Dio veglia sulle nostre notti.
Tante volte sembra che Dio dorma. “Perché dormi, Signore? Non t’importa che moriamo?”. E invece vegliava.
Sembrava dormire nella notte del nulla prima della creazione. E invece vegliava. E l’uomo vide la luce.
Sembrava dormire quando Abramo fu chiamato a sacrificare il proprio figlio. E invece vegliava. E Abramo riebbe il figlio.
Sembrava dormire quando gli egiziani stavano per raggiungere gli ebrei nelle acque del Mar Rosso. E invece vegliava. E gli ebrei ritrovarono la loro libertà.
Sembrava dormire Dio quando Gesù moriva sulla croce gridando: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” . E invece vegliava: e dopo tre giorni il Figlio è risorto.
Le notti della veglia di Dio nella storia ci insegnano che noi sbagliamo a credere che Dio si sia addormentato solo perché il suo passaggio non avviene nell’ora e nel modo in cui noi pretendiamo. Dio è un Dio che veglia. Tu continua solo ad avere fede, ripeterà Gesù a un papà nel vangelo.
Quando il Cristo risorge nessuno lo vede risorgere. Tutt’altro che spettacolo: è risorto e lo scambiano per il giardiniere, è risorto e lo scambiano per un viandante, è risorto e lo scambiano per un fantasma. Non può essere che anche in noi ci siano già i segni della risurrezione ma continuiamo a guardare le cose a partire dalla prospettiva vecchia e malata della morte? Ecco la preghiera-augurio di cui parlavo.
Quanta pace infonde in noi il sapere che appena risorto, il Signore Gesù non ha parole di rimprovero per i suoi che pure lo avevano abbandonato. Appena risorto egli pensa a loro e a loro offre la pace come certezza di un perdono accordato in anticipo.
Non è forse una chiave di lettura quella che ci propone il vangelo odierno quando dice che “le donne corsero a dare l’annunzio ai discepoli. Ed Ecco Gesù venne loro incontro”? Lo si riconosce se già i passi accettano la proposta di mettersi in cammino, se gli occhi cominciano a scrutare più in profondità non accontentandosi di una lettura rassegnata delle cose.
Nessun reporter ha mai fotografato la risurrezione. Nessuno ha portato prove oggettive e scientifiche. Ma ciò che la attesta è una vita attraversata dall’amore non in luoghi o esperienze misticheggianti ma in quella Galilea che è la trama delle nostre giornate.
Una leggenda racconta che due bambini stavano pattinando su un lago congelato.
Era un pomeriggio nuvoloso e freddo e i bambini giocavano senza preoccupazione.
All’improvviso il ghiaccio si ruppe e uno dei due bambini cadde nell’acqua.
L’altro bambino vedendo che il suo amico stava annegando sotto il ghiaccio, prese una pietra e cominciò a colpire sopra con tutte le sue forze, riuscendo a romperlo e a salvare il suo amico.
Quando i pompieri arrivarono e videro quello che era successo, domandarono al bambino: “Come sei riuscito a fare questo?”
E’ impossibile che tu abbia rotto il ghiaccio con questa pietra e con mani così piccole!
Nello stesso istante apparve un vecchio e disse: “Io so come ha fatto”.
Tutti domandarono: “Come”? E il vecchio rispose: “Non c’era nessuno intorno a sé per dirgli che non poteva farcela!”. (Albert Einstein)
(don Antonio Savone)

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Invocazioni
Lode a te, o Cristo!
Signore risorto, consegnato alla morte a causa delle nostre colpe e risuscitato per la nostra giustificazione
Lode a te, o Cristo!
Signore Risorto, morto e ritornato alla vita per essere il Signore dei morti e dei vivi
Lode a te, o Cristo!
Signore risorto, costituito Figlio di Dio con Potenza, secondo lo Spirito di santità
Lode a te, o Cristo!
Signore risorto, compimento delle profezie e fondamento della nostra fede
Lode a te, o Cristo!
Signore risorto, la pietra che è stata scartata dai costruttori, ma che è diventata la pietra d’angolo:
Lode a te, o Cristo!
Signore risorto, in cui tutto si rinnova e noi diventiamo nuove creature
Lode a te, o Cristo!
Signore risorto, primizia di coloro che sono morti e promessa della nostra risurrezione
Lode a te, o Cristo!
Signore risorto, in cui è piaciuto a Dio di far abitare ogni pienezza
Lode a te, o Cristo!

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Preghiera nel tempo della prova
Signore, Padre Santo,
tu che nulla disprezzi di quanto hai creato
e desideri che ogni uomo abbia la pienezza della vita,
guarda alla nostra fragilità che ci inclina a cedere.
Fa’ che il nostro cuore regga in quest’ora di prova.
Perdona la nostra incapacità a far memoria di quanto hai operato per noi.
Allontana da noi ogni male.
Se tu sei con noi chi potrà essere contro di noi?
In ogni avversità noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati.
Facci comprendere che la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore.
Benedici gli sforzi di quanti si adoperano per la nostra incolumità:
illumina i ricercatori, dà forza a quanti si prendono cura dei malati,
concedi a tutti la gioia e la responsabilità di sentirsi gli uni custodi degli altri.
Dona la tua pace a chi hai chiamato a te,
allevia la pena di chi piange per la morte dei propri cari.
Fa’ che anche noi, come il tuo Figlio Gesù,
passiamo in mezzo ai fratelli sanando le ferite e promuovendo il bene.
Intercedano per noi Maria nostra Madre
e tutti i Santi i quali non hanno mai smarrito la certezza
che tutto concorre al bene per coloro che amano Dio.
Amen.
 
Regina Coeli
Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen.