Maria madre di DioSarà capitato a tanti, confrontati da eventi infausti, di riconoscere: “ci vuol proprio una benedizione”, attribuendo a questo gesto il potere magico di mutare finalmente la sorte infelice e far sì che le cose potessero riprendere a funzionare per il verso giusto.
È proprio nel segno di una benedizione che si apre questo nuovo anno che le condizioni economiche e sociali ci affidano pieno di incognite. È su un mare di incertezze e di paure che la liturgia ci fa invocare lo sguardo di Dio. Vogliamo che Dio ci guardi con occhi di pace e di misericordia. Come un genitore benedice il figlio che intraprende un lungo viaggio così Dio benedica ciascuno di noi all’inizio di questo nuovo anno.
Che cos’è la benedizione? La benedizione è come la carezza di Dio e tutti abbiamo bisogno di benedizioni proprio come abbiamo bisogno di carezze. Chi di noi non sente l’esigenza di essere confermato in quello che fa e nei suoi progetti? Chi di noi non ha bisogno che qualcuno gli dica: è bello che tu sia qui, sono contento per quello che stai facendo? Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci voglia bene, che conservi per noi la sua attenzione e la sua amicizia.
Ora la benedizione non è un rito magico e tantomeno scaramantico. È gesto che immette nella corrente del bene, della vita. La benedizione di Dio tocca la nostra vita ogni volta che noi diventiamo gesto di benedizione per qualcuno, tutte le volte che noi siamo carezza per qualcuno: è quello l’inverarsi della benedizione di Dio per noi anche a costo di pagare di persona. Il bene che legava l’apostolo Paolo alle sue comunità lo avrebbe addirittura portato a volersi vedere scomunicato purché nessuno dei suoi fratelli fosse andato perduto. La nostra vita è benedetta non quando finalmente è esente dalla fatica ma quando è offerta a vantaggio di altri. Ce lo ricorda colei che oggi contempliamo come Madre della benedizione: Maria tutto ha vissuto nella consapevolezza che ciò di cui era protagonista, era l’esperienza attraverso la quale Dio le veniva incontro.
È nel segno di una benedizione quell’esistenza che contempla ciò che è stato non come qualcosa da gettare o forse da nascondere ma come qualcosa che, trasformato dalla capacità di ringraziare, diventa nuovo materiale da investire perché altri siano benedetti (la notte di Pasqua canteremo: felice colpa!).
È nel segno di una benedizione quell’esistenza che vive il tempo come grembo per una nuova fecondità e non come mera riedizione di qualcosa che già è stato.
È nel segno della benedizione quell’esistenza in cui “la libertà è il criterio, il rispetto della differenza il valore, la condivisione dei doni il giudizio”.
È nel segno della benedizione un’esistenza che vive nella consapevolezza di un Dio dalla parte dell’uomo e perciò nulla affronta con ansia e preoccupazione, ma tutto accoglie con spirito di affidamento.
È nel segno della benedizione un’esistenza che accetta di essere nuovamente rimessa in cammino anche se tentata di sedersi sul ciglio della strada o di rincorrere miraggi più seducenti.
È nel segno della benedizione un’esistenza che non fa delle sue paure un alibi per concludere che non vale la pena assumere lo stile del vangelo.
È nel segno della benedizione un’esistenza che non resta aggrappata alle sicurezze raggiunte ma in tutto ciò che di nuovo le si presenta prova a scorgere e accogliere il tesoro che Dio ha ancora in serbo per noi.
È nel segno della benedizione un’esistenza che non si nasconde dietro dichiarazioni di principio ma si nutre di silenzio e di ascolto soprattutto a fronte di vicende difficili che la coinvolgono direttamente o indirettamente.
È nel segno della benedizione un’esistenza che conferisce diritto di parola a persone semplici e umili senza assumere il ruolo di chi ha la pretesa di insegnare, informare o comandare. Maria, come aveva ascoltato le parole dell’angelo, così ascolta la parola dei pastori che riferiscono “ciò che del bambino era stato detto loro”.
È nel segno della benedizione un’esistenza che non è condizionata da previsioni di statistiche o astrali ma, guidata dalla fiduciosa compagnia del Signore, si rimette nuovamente al suo giudizio e alla sua guida.