La situazione sulla terra aveva superato ogni limite: bambini uccisi, abusati, guerre, devastazioni, soprusi, violenze, femminicidi. E tutti, desiderosi com’erano di dimenticare e di voltare pagina, affidavano ora alla famiglia, ora alla chiesa, ora alla scuola la responsabilità di educare. Il cielo, poi, era inorridito del fatto che chi era stato creato a immagine e somiglianza di Dio, fosse sprofondato in un tale abisso.
Che fare? Angeli, arcangeli, cherubini, serafini, patriarchi e profeti insieme ai giusti di ogni tempo tennero consiglio per escogitare un piano d’emergenza.
Fu redatto persino un instrumentum laboris e furono create varie commissioni per arrivare a un progetto condiviso che riuscisse ad avere un quorum non risicato. Ma, intanto, le cose sulla terra si facevano sempre più complicate fino a quando il Signore non convocò l’assemblea di fronte alla quale prese la parola il principe della milizia celeste e suggerì il da farsi.
“Di fronte a tanta malvagità, l’unica via d’uscita è far leva sulla paura: è necessario che l’uomo sia messo alla prova con disastri e flagelli e così, ridotto allo stremo, invochi finalmente l’unico Salvatore”.
A queste parole, un grande applauso: era senz’altro la strada da percorrere.
Tuttavia, presentata questa mozione al Signore, non la trovò consona perché “può Dio aver dimenticato la misericordia e aver chiuso nell’ira il suo cuore?”. Solo il Divisore può far leva sullo spavento dal momento che egli gode nel vedere l’uomo perduto.
Un grande silenzio percorse l’assemblea finché non si alzò un serafino a proporre di far leva sul fascino, su qualcosa che potesse attirare l’attenzione dell’uomo. Non è stato forse scritto che la bellezza salverà il mondo? Mettiamo, perciò, l’uomo di fronte a bellezze sconosciute, a banchetti luculliani, a feste da capogiro e senz’altro si ravvederà.
La proposta piacque: era questa la soluzione. Si decise di presentarla al Signore il quale, invece, dissentì bruscamente: “Da che mondo è mondo anche queste sono le armi del gran seduttore dell’uomo. Gloria, ricchezza, potere porterebbero l’uomo ad alienarsi al punto da vendere se stesso e la sua dignità pur di raggiungerle”. Che fare, allora?
Fu a questo punto che intervenne Gabriele, l’angelo dei natali impossibili: “Voi siete convinti che gli uomini siano una massa indistinta, un numero, qualcosa di astratto mentre, invece, essi hanno un volto, un nome, una storia. Nessuno è solo un’aggiunta. Ciascuno di loro è tanto capace di bene perché creato a immagine e somiglianza del Figlio stesso di Dio e tanto capace di male, pronto com’è a cedere a qualsiasi lusinga e insidia.
Guai a pensare a una soluzione di massa. La strada è, piuttosto, quella di chiamare ciascuno per nome e chiedergli la disponibilità di riappropriarsi del progetto delle origini, quando l’uomo uscì dalle mani di Dio”.
“Eheheh”, obiettarono tutti. “Solo una soluzione dall’alto può metter fine a questo scialo di violenze”.
“Questa è la strada”, replicò l’Altissimo. “La virtù, infatti, non si impone, la si può proporre, testimoniare ma mai imporre. Dio, infatti, non pianta alberi ma sparge semi”.
Per questo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret a una vergine che si chiamava Maria.
Ogni volta che il mondo continua a sfornare solo brutture, Dio cerca un uomo, una donna che accetti di disseppellire tutta la bellezza e la luce che sono state deposte in lui.
A me, a te, a ciascuno di noi, oggi fa dono di una gioia invincibile (rallegrati), della forza che proviene da un amore instancabile (piena di grazia) e della certezza di una comunione eterna (il Signore è con te).
Quando l’angelo la interpella, Maria è impaurita, proprio come noi: si turba, si interroga, chiede. Maria diventa consapevole della sua bellezza mediante un vero e proprio cammino, un lungo lavoro di ascolto, di confronto con chi come lei (cfr. Elisabetta) aveva deciso di fidarsi di qualcosa che andava oltre la natura.
A ragione è stato scritto che “le persone belle non capitano semplicemente; si sono formate” (Elisabeth Jubler-Ross). Te la senti?