Sulla vicenda di Gesù si stanno addensando nubi plumbee. Sta per scatenarsi una tempesta. Quanto Gesù aveva compiuto in Galilea aveva portato gioia e fede, anche se una fede piuttosto superficiale. I miracoli compiuti a Gerusalemme, invece, portano una violenta opposizione e si parla di arrestare Gesù e di metterlo a morte. Da una parte Gesù risveglia speranza e fede in alcuni, dall’altra paura, rabbia, confusione e odio in altri.
Gv registra come la gente sia confusa sull’identità di Gesù. Alcuni sostengono che sia una brava persona, mentre per altri sta allontanando la gente da Dio. Ciò che Gesù è, fa e dice non può lasciare indifferente nessuno: o lo si accetta o lo si elimina. Non possono stare insieme tenebra e luce, menzogna e verità, schiavitù e libertà, morte e vita. O c’è l’una o c’è l’altra. Esiste, tuttavia, un processo di illuminazione e di ricerca, di liberazione, quasi di gestazione: è il lento cammino della fede.
Il rischio nei confronti di Gesù è quello di giudicare secondo le apparenze: “Costui sappiamo di dov’è”. La sua umanità scandalizza chi pretende che Dio si riveli attraverso segni dall’alto. Non a caso sostengono: “Il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia”. Ad screditare l’inviato di Dio (e anche gli inviati di Dio), secondo alcuni deve essere la loro origine misteriosa e comunque la loro non condivisione della carne dell’umanità.
Il discepolo, invece, è chiamato ad un giudizio giusto, che viene dal confronto delle sue parole con le sue opere. È lo scandalo irriducibile di Gesù, che Gv, fin dall’inizio, presenta come il Figlio unigenito di Dio, diventato carne per mostrare ai fratelli il volto del Padre che nessuno ha mai visto. In Gesù c’è una umanità come la nostra, che ben conosciamo. Ma nella sua umanità il Padre ha scelto di rivelare la sua gloria. La sua umanità è rimando al mistero nascosto di Dio che può capire solo chi accoglie la sua persona.
La fede si gioca proprio a proposito di quella umanità assunta dal Figlio di Dio che resta uno scandalo non rimosso. Ieri, oggi e sempre non altra è la via mediante la quale il Padre ci raggiunge. Forte è la tentazione di inseguire altre logiche. Anche la mia umanità fa scandalo, e non poche volte: eppure è attraverso di essa, e solo attraverso di essa, che si invera la mia adesione al Figlio di Dio.
A chi pretenderebbe un Messia misterioso e perciò potente, il Padre non cessa di consegnare lo scandalo di una umanità in tutto simile alla nostra, mediante la quale Egli ha scelto di passare per portare a compimento le antiche promesse.
È vero: non poche volte Dio delude. Delude perché non conferma ciò che si continua a inseguire imperterriti. Nel momento in cui ciò non accade si manifesta tutta l’inconsistenza di quanto si è scelto e assunto come stile di vita. La delusione porta necessariamente all’eliminazione di ciò o di chi ci è d’intralcio: “ci è d’incomodo… è diventato per noi una condanna dei nostri pensieri… ci è insopportabile”. Poiché la malizia acceca, non è facile e non è scontato riconoscere di aver imboccato una strada senza sbocco!
È lo scandalo di sempre: a chi pretenderebbe la rivelazione di Dio dispiegata attraverso altri segni, la fantasia dello Spirito consegna l’umanità semplice di uomini e donne che ci edificano non per la via del potere ma per quella dell’umiltà. Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di apprendere ancora una volta lo stile di Dio. Beati noi se non ci barricheremo nella fortezza inviolata delle nostre convinzioni e ci lasceremo destabilizzare da ciò che lo Spirito continua a suscitare per noi.

_________

Dal Vangelo secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30
 
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi  di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.