Un brano, quello di oggi, che ci restituisce la sorpresa della gradualità. È lento il cammino della fede! Fa fatica a depositarsi nel cuore dei discepoli la certezza della risurrezione di Gesù. Hanno appena finito di annunciare che Gesù è apparso a Simone, poi arrivano altri due che dicono di averlo riconosciuto nella locanda a …
Un brano, quello di oggi, che ci restituisce la sorpresa della gradualità. È lento il cammino della fede! Fa fatica a depositarsi nel cuore dei discepoli la certezza della risurrezione di Gesù.
Hanno appena finito di annunciare che Gesù è apparso a Simone, poi arrivano altri due che dicono di averlo riconosciuto nella locanda a Emmaus, ora appare in mezzo a loro e qual è la loro reazione? Stupiti e spaventati, credevano di vedere un fantasma.
Un Gesù che non si spazientisce perché conosce la gradualità degli itinerari della fede e del cuore dell’uomo. Sa bene che dall’impazienza religiosa non possono che nascere convinzioni fragili, mentre è solo attraverso il lento percorso necessario a ciascuno, che può scaturire la consapevolezza umile e gioiosa della sua risurrezione.
E questo approdare graduale alla fede conosce, in questa pagina, tre itinerari:
il primo è nell’invito: toccatemi e guardate. Due verbi che noi abbiamo cancellato dall’esperienza religiosa ricondotta il più delle volte al territorio delle nozioni e perciò con un approccio di tipo razionalistico (basterebbe pensare soltanto ai nostri itinerari di iniziazione di cristiana: a quali dei nostri ragazzi abbiamo proposto: venite e vedete?). Percorsi in cui entra la testa ma difficilmente entrano il cuore, le mani, gli occhi. La fede nel risorto fa vibrare anzitutto i tuoi sensi. Quali segni siamo in grado ancora di porre come comunità cristiana perché si tocchi e si guardi il Risorto?
Il secondo itinerario è nelle parole: avete qui qualcosa da mangiare? E mangiò davanti a loro. Il banchetto come segno di amicizia. Il fatto che Gesù mangi non è solo una prova fisiologica come a dire: vedete che io mangio! La provocazione è anche un’altra: io sto in mezzo a voi nel segno della confidenza, della donazione, dell’amicizia. La nostra confidenza, la nostra donazione, la nostra amicizia segni che Gesù è vivo, esperienze attraverso le quali Dio si dà a conoscere all’uomo.
L’ultimo itinerario: aprì loro la mente alla comprensione delle Scritture. San Girolamo dirà che l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. La Parola il luogo che continuamente rinnova la memoria della comunità cristiana perché possa riconoscere negli umili segni di cui è ricolma la sua vita, la presenza del Risorto. Senza di essa, però, quei segni restano indecifrabili.
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Dal Vangelo secondo Luca
(24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».