SUSSIDIO PER LA PREGHIERA PERSONALE  O FAMILIARE IN QUESTO TEMPO DI PROVA

Venerdì 26  marzo 2020 

(A cura di don Antonio Savone, Direttore Segreteria Pastorale Arcidiocesi di Potenza-Muro L.-Marsico N.)

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? 
Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8.31.35.37).

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Pietà di noi, o Signore. Contro di te abbiamo peccato.
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
 Sal  22
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

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Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 7,1-2.10.25-30
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi  di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

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Dio delude
Sulla vicenda di Gesù si stanno addensando nubi plumbee. Sta per scatenarsi una tempesta. Quanto Gesù aveva compiuto in Galilea aveva portato gioia e fede, anche se una fede piuttosto superficiale. I miracoli compiuti a Gerusalemme, invece, portano una violenta opposizione e si parla di arrestare Gesù e di metterlo a morte. Da una parte Gesù risveglia speranza e fede in alcuni, dall’altra paura, rabbia, confusione e odio in altri.
Gv registra come la gente sia confusa sull’identità di Gesù. Alcuni sostengono che sia una brava persona, mentre per altri sta allontanando la gente da Dio. Ciò che Gesù è, fa e dice non può lasciare indifferente nessuno: o lo si accetta o lo si elimina. Non possono stare insieme tenebra e luce, menzogna e verità, schiavitù e libertà, morte e vita. O c’è l’una o c’è l’altra. Esiste, tuttavia, un processo di illuminazione e di ricerca, di liberazione, quasi di gestazione: è il lento cammino della fede.
Il rischio nei confronti di Gesù è quello di giudicare secondo le apparenze: “Costui sappiamo di dov’è”. La sua umanità scandalizza chi pretende che Dio si riveli attraverso segni dall’alto. Non a caso sostengono: “Il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia”. Ad screditare l’inviato di Dio (e anche gli inviati di Dio), secondo alcuni deve essere la loro origine misteriosa e comunque la loro non condivisione della carne dell’umanità.
Il discepolo, invece, è chiamato ad un giudizio giusto, che viene dal confronto delle sue parole con le sue opere. È lo scandalo irriducibile di Gesù, che Gv, fin dall’inizio, presenta come il Figlio unigenito di Dio, diventato carne per mostrare ai fratelli il volto del Padre che nessuno ha mai visto. In Gesù c’è una umanità come la nostra, che ben conosciamo. Ma nella sua umanità il Padre ha scelto di rivelare la sua gloria. La sua umanità è rimando al mistero nascosto di Dio che può capire solo chi accoglie la sua persona.
La fede si gioca proprio a proposito di quella umanità assunta dal Figlio di Dio che resta uno scandalo non rimosso. Ieri, oggi e sempre non altra è la via mediante la quale il Padre ci raggiunge. Forte è la tentazione di inseguire altre logiche. Anche la mia umanità fa scandalo, e non poche volte: eppure è attraverso di essa, e solo attraverso di essa, che si invera la mia adesione al Figlio di Dio.
A chi pretenderebbe un Messia misterioso e perciò potente, il Padre non cessa di consegnare lo scandalo di una umanità in tutto simile alla nostra, mediante la quale Egli ha scelto di passare per portare a compimento le antiche promesse.
È vero: non poche volte Dio delude. Delude perché non conferma ciò che si continua a inseguire imperterriti. Nel momento in cui ciò non accade si manifesta tutta l’inconsistenza di quanto si è scelto e assunto come stile di vita. La delusione porta necessariamente all’eliminazione di ciò o di chi ci è d’intralcio: “ci è d’incomodo… è diventato per noi una condanna dei nostri pensieri… ci è insopportabile”. Poiché la malizia acceca, non è facile e non è scontato riconoscere di aver imboccato una strada senza sbocco!
È lo scandalo di sempre: a chi pretenderebbe la rivelazione di Dio dispiegata attraverso altri segni, la fantasia dello Spirito consegna l’umanità semplice di uomini e donne che ci edificano non per la via del potere ma per quella dell’umiltà. Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di apprendere ancora una volta lo stile di Dio. Beati noi se non ci barricheremo nella fortezza inviolata delle nostre convinzioni e ci lasceremo destabilizzare da ciò che lo Spirito continua a suscitare per noi.
(don Antonio Savone)

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Preghiera nel tempo della prova
Signore, Padre Santo,
tu che nulla disprezzi di quanto hai creato
e desideri che ogni uomo abbia la pienezza della vita,
guarda alla nostra fragilità che ci inclina a cedere.
Fa’ che il nostro cuore regga in quest’ora di prova.
Perdona la nostra incapacità a far memoria di quanto hai operato per noi.
Allontana da noi ogni male.
Se tu sei con noi chi potrà essere contro di noi?
In ogni avversità noi siamo più che vincitori
in virtù di colui che ci ha amati.
Facci comprendere che la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore.
Benedici gli sforzi di quanti si adoperano per la nostra incolumità:
illumina i ricercatori, dà forza a quanti si prendono cura dei malati,
concedi a tutti la gioia e la responsabilità di sentirsi gli uni custodi degli altri.
Dona la tua pace a chi hai chiamato a te,
allevia la pena di chi piange per la morte dei propri cari.
Fa’ che anche noi, come il tuo Figlio Gesù,
passiamo in mezzo ai fratelli sanando le ferite e promuovendo il bene.
Intercedano per noi Maria nostra Madre
e tutti i Santi i quali non hanno mai smarrito la certezza
che tutto concorre al bene per coloro che amano Dio.
Amen.