SUSSIDIO PER LA PREGHIERA PERSONALE  O FAMILIARE IN QUESTO TEMPO DI PROVA

20 aprile 2020 

(A cura di don Antonio Savone, Direttore Segreteria Pastorale Arcidiocesi di Potenza-Muro L.-Marsico N.)

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? 
Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8.31.35.37).

Introduzione
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
 Il Signore è veramente risorto, alleluia.
Ed è apparso ai discepoli, alleluia.
Preghiamo
Dio onnipotente ed eterno,
che ci dai il privilegio di chiamarti Padre,
fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi,
perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso.
Per Cristo nostro Signore. Amen. 

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Sal 2
Perché le genti sono in tumulto
e i popoli cospirano invano?
Insorgono i re della terra
e i prìncipi congiurano insieme
contro il Signore e il suo consacrato:
«Spezziamo le loro catene,
gettiamo via da noi il loro giogo!».
Ride colui che sta nei cieli,
il Signore si fa beffe di loro.
Egli parla nella sua ira,
li spaventa con la sua collera:
«Io stesso ho stabilito il mio sovrano
sul Sion, mia santa montagna».
Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane.
Le spezzerai con scettro di ferro,
come vaso di argilla le frantumerai».

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Dal Vangelo secondo Giovanni (3,1-8)
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

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Sconfinamenti
La notte di Nicodemo… una notte nella quale non fatichiamo a riconoscerci. Notte fatta di paura e di coraggio, fatta di consapevolezza ma anche di ingenuità, fatta di chiarezza come pure di curiosità. Proprio come tante nostre notti fatte di contraddizioni, notti nelle quali ci ritroviamo al contempo timorosi e coraggiosi, inconsapevoli e lucidi, innamorati e distanti.
La notte fa da cornice alla vicenda di Nicodemo: sarà ancora in una notte che egli verrà allo scoperto per dare sepoltura al corpo del Signore.
Uomo sincero, Nicodemo. Abitato da quella che a buon diritto potremmo chiamare curiosità accademica che tuttavia lo tiene ancorato alle sue certezze, alle sue convinzioni. È l’uomo che presume di sapere: noi sappiamo… Fatica Nicodemo a seppellire il risaputo che c’è in lui per fare spazio a quel nuovo modo di sentire e di vivere che il Maestro di Nazaret ha reso possibile. Come è possibile? domanda il convinto Nicodemo. Non riesce a misurarsi con una vita e una storia che continuamente interpella e chiama a nuovi inizi, a nascite nuove.
La conversione cui deve acconsentire Nicodemo è quella dal sentirsi maestro al farsi discepolo. Il ‘noi sappiamo’ rende ciechi e colpevoli di un peccato che resta senza perdono. Nel vangelo di Giovanni, infatti, tale peccato è quello di coloro che ritengono di sapere e presumono di vedere.
Forse nel suo cuore aveva dato ragione più volte a Gesù ma non apertamente. Riconosce i segni e li interpreta. E tuttavia quei segni non diventano “segno”. A lui come a noi Gesù ripete che il vero problema è vedere il regno di Dio e perché ciò accada è necessario rinascere dall’alto. È necessario lasciarsi guidare dallo Spirito il quale è come il vento, imprevedibile. Lo riconosci all’azione negli uomini che si lasciano condurre da lui, uomini non programmati. Ciò che caratterizza ‘chiunque è nato dallo Spirito’ non è certo l’inquadramento ma lo sconfinamento. Mi chiedo quanto io sia un uomo prevedibile, sempre fermo allo stesso punto, ormeggiato alla stessa riva. Se è così sarà forse perché non fiuto il vento da dove soffia e verso dove indirizza, non gli faccio spazio nelle vele della mia esistenza perché possa uscire al largo.
Nicodemo arriverà alla pienezza della fede solo sotto la croce, quando non si lascerà guidare dalla ricerca di segni abbaglianti ma dallo scandalo della croce, unico grande segno da accogliere. Solo allora rinascerà, dall’alto.
Al Nicodemo di turno Gesù ripete che non è questione di sapere, ma di rinascere. Non puoi intravedere il regno di Dio col bagaglio del tuo sapere “vecchio”. Se ti chiudi nel tuo passato, se scegli di essere vecchio nel cuore, neghi a Dio la possibilità di intervenire nella tua vita con un atto creatore che determina un cambiamento in radice. In questo senso calza a proposito il detto latino: senectus ipsa morbus (la vecchiaia è di per se stessa una malattia). Non la vecchiaia anagrafica ma quella del cuore indurito.
Ciò che Gesù ti propone è un nuovo modo di essere: quello di essere nuovo, appunto. Tu, però, pensi, forse, ad una sorta di progresso, quasi una tappa successiva. Invece lui ti impone una nuova nascita. Quando Cristo si trova davanti ad un anziano (non solo di età!) lo prepara non a morire ma a nascere, a iniziare da capo, in maniera diversa.
È questa la vocazione di ognuno di noi: ricominciare da capo, qualunque sia lo stadio in cui ci troviamo o crediamo di essere. E di fronte a Gesù ti riprovi a ripetere con le parole di san Giovanni della Croce: “Io non so più quello che so”. Se incontri Gesù, la prima cosa che apprendi è: disimparare.
Quando si incontra Gesù nessuno può esser più ritenuto maestro in Israele.
Cosa vuol dire “rinascere dall’alto, esser generato dall’alto”?
Nascere dall’alto: da colui che sarà levato in alto, sulla croce.
(don Antonio Savone)

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Preghiera nel tempo della prova
Signore, Padre Santo,
tu che nulla disprezzi di quanto hai creato
e desideri che ogni uomo abbia la pienezza della vita,
guarda alla nostra fragilità che ci inclina a cedere.
Fa’ che il nostro cuore regga in quest’ora di prova.
Perdona la nostra incapacità a far memoria di quanto hai operato per noi.
Allontana da noi ogni male.
Se tu sei con noi chi potrà essere contro di noi?
In ogni avversità noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati.
Facci comprendere che la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore.
Benedici gli sforzi di quanti si adoperano per la nostra incolumità:
illumina i ricercatori, dà forza a quanti si prendono cura dei malati,
concedi a tutti la gioia e la responsabilità di sentirsi gli uni custodi degli altri.
Dona la tua pace a chi hai chiamato a te,
allevia la pena di chi piange per la morte dei propri cari.
Fa’ che anche noi, come il tuo Figlio Gesù,
passiamo in mezzo ai fratelli sanando le ferite e promuovendo il bene.
Intercedano per noi Maria nostra Madre
e tutti i Santi i quali non hanno mai smarrito la certezza
che tutto concorre al bene per coloro che amano Dio.
Amen.

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Regina Coeli
Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen.