SUSSIDIO PER LA PREGHIERA PERSONALE  O FAMILIARE IN QUESTO TEMPO DI PROVA

18 aprile 2020 

(A cura di don Antonio Savone, Direttore Segreteria Pastorale Arcidiocesi di Potenza-Muro L.-Marsico N.)

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? 
Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8.31.35.37).

Introduzione
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Alleluia!
Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Oggi siamo in festa, perché il Signore è risorto: rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Oggi la morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello: Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa! Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Oggi la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo: questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi. Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!
Rallegriamoci ed esultiamo: Alleluia!

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Sal 117
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
È questa la porta del Signore,
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.

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Dal Vangelo secondo Marco (16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

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La fiducia di Dio
A un uomo da sempre affascinato dal sogno di conquistare il cielo, Dio stesso aveva permesso di raggiungere l’irraggiungibile chiedendogli di prendersi cura di tutto ciò che la vita gli poneva innanzi. Francesco d’Assisi avrebbe detto che “la via per andare in su è la via per andare in giù”.
Il seminatore uscì a seminare… Così, un giorno, Gesù aveva raccontato del mistero dell’incarnazione, come dell’uscire di Dio che, fiduciosamente, ha sparso il buon seme della sua parola nei terreni i più impensabili. Lo aveva fatto animato da grande speranza e fiducia.
Ora, mentre sta per far ritorno al Padre, non viene meno a questo suo stile e, perciò, affida il compito a chi aveva condiviso con lui la stessa passione per le cose di Dio, per il suo regno. Gli affida il Vangelo, il compimento del quale è proprio la possibilità di raggiungere il cielo in modo permanente.
Stupisce non poco che Gesù non venga meno a un atteggiamento di fiducia verso i discepoli. Avrebbe avuto tutti i motivi per non farlo (gli eventi appena trascorsi ne davano conferma abbondante), ma proprio dopo averli rimproverati per la loro fatica a credere (cfr. Mc 16,14), Gesù li abilita a diventare portatori a ogni creatura di quella esperienza di luce e di grazia che aveva cambiato la loro esistenza. Non solo: essi sarebbero stati il prolungamento della sua presenza. Quello che avrebbero detto e quello che avrebbero compiuto, era chiamato ad esprimere ciò che avrebbe detto e compiuto lo stesso Signore Gesù. Noi, il prolungamento della stessa opera di Gesù. Quale fiducia! Quale responsabilità! Se solo provassimo a gustare di più la certezza che Dio ha fiducia in noi, forse anche questa stagione che porta tutti i tratti di una via senza sbocco, la attraverseremmo con la consapevolezza serena che qui c’è in gioco anche dell’altro. C’è in gioco la certezza di un Signore che opera insieme con noi. Per questo i credenti pur registrando come tutti la contraddittorietà delle situazioni non indulgono mai ad un atteggiamento rassegnato: c’è un vangelo anche per le contraddizioni del vivere umano.
È ai discepoli che viene affidato il mandato di portare il vangelo a ogni creatura. Quella che era stata una prerogativa del Signore Gesù – lui il Vangelo del Padre – ora è partecipata a chi. recatosi al sepolcro, non ha saputo misurare altro se non “l’angoscia del vuoto”. Fiducia accordata a chi trova “impossibile che un morto torni a vivere e a parlare”. Ed è un incarico che non conosce esclusivismi: non è qualcosa per iniziati. Esso è da portare ad ogni creatura. Da subito il vangelo allarga gli orizzonti riscattando ogni tentazione di fuga intimistica. La possibilità di aprirsi a un Dio che gratuitamente si dona è offerta ad ognuno: basta essere uomini e donne per avere diritto a questo annuncio, quale che sia la religione e la cultura, la fede o la non fede.
Non imbalsamatori di cadaveri (come avevano creduto di fare le donne in buona fede il mattino di Pasqua) ma inviati perché altri riprendano a sperare: questa l’identità dei discepoli. Il ridare speranza è il segno della sua presenza continuata in mezzo agli uomini.
Il vangelo è affidato alle nostre deboli mani, le mani di ognuno di noi, proprio come ogni volta, il Signore non avrà paura di consegnarsi nelle nostre mani nell’Eucaristia.
Andate in tutto il mondo: non ci sono confini, non ci sono zone interdette, non ci sono restrizioni. Il vangelo può e deve raggiungere tutti. Non ci sono delle condizioni previe perché ciò possa accadere.
Predicate il vangelo: questo è il compito che allora come adesso Gesù affida ai suoi. La buona notizia che egli è venuto a portare, quella parola che è diventata realtà in tanti suoi gesti, la speranza che ha acceso nei cuori con la sua morte e risurrezione chiedono di essere donate a tutti, vano condivise. C’è un vangelo per ogni creatura, nessuno escluso. Ognuno ha diritto a una parola, la sola capace di risvegliare in lui il desiderio di una vita nuova, una parola che manifesta l’amore di Dio per noi, che offre misericordia e genera ad una condizione nuova.
(don Antonio Savone)

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Invocazioni
Signore risorto, che sei entrato nel cielo stesso, per comparire al cospetto di Dio a nostro favore
Dona a noi la pace!
Signore risorto, mediante il quale Dio ci ha riconciliati con sé e ci ha perdonati
Dona a noi la pace!
Signore risorto, per mezzo del quale possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito
Dona a noi la pace!
Signore risorto, che hai ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso
Dona a noi la pace!
Signore risorto, che sei stato costituito il giudice dei vivi e dei morti
Dona a noi la pace!
Signore risorto, causa ed esempio della nostra risurrezione.
Dona a noi la pace!
Signore risorto, che hai il potere di dare la vita eterna a coloro che credono in te
Dona a noi la pace!
Signore risorto, che sei la Via, la Verità e la Vita per tutti
Dona a noi la pace!

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Preghiera nel tempo della prova
Signore, Padre Santo,
tu che nulla disprezzi di quanto hai creato
e desideri che ogni uomo abbia la pienezza della vita,
guarda alla nostra fragilità che ci inclina a cedere.
Fa’ che il nostro cuore regga in quest’ora di prova.
Perdona la nostra incapacità a far memoria di quanto hai operato per noi.
Allontana da noi ogni male.
Se tu sei con noi chi potrà essere contro di noi?
In ogni avversità noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati.
Facci comprendere che la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore.
Benedici gli sforzi di quanti si adoperano per la nostra incolumità:
illumina i ricercatori, dà forza a quanti si prendono cura dei malati,
concedi a tutti la gioia e la responsabilità di sentirsi gli uni custodi degli altri.
Dona la tua pace a chi hai chiamato a te,
allevia la pena di chi piange per la morte dei propri cari.
Fa’ che anche noi, come il tuo Figlio Gesù,
passiamo in mezzo ai fratelli sanando le ferite e promuovendo il bene.
Intercedano per noi Maria nostra Madre
e tutti i Santi i quali non hanno mai smarrito la certezza
che tutto concorre al bene per coloro che amano Dio.
Amen.

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Regina Coeli
Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen.