Per entrare nel regno di Dio è necessario che accada esattamente l’opposto di quello che deve accadere per entrare nell’esperienza di un adulto. Infatti, se per diventare adulti è necessario tagliare con il mondo infantile, per accedere al regno è necessario riprendere a frequentarlo. Nelle cose che riguardano Dio, l’infanzia è posta come termine della …

Per entrare nel regno di Dio è necessario che accada esattamente l’opposto di quello che deve accadere per entrare nell’esperienza di un adulto. Infatti, se per diventare adulti è necessario tagliare con il mondo infantile, per accedere al regno è necessario riprendere a frequentarlo. Nelle cose che riguardano Dio, l’infanzia è posta come termine della vita e i bambini diventano maestri di noi adulti.

Come i bambini, senza paura (cosa non sfida il bambino perché ignaro dei pericoli?) e senza finzioni (a contatto con la verità anche se non ne conosce ancora il prezzo).

Come i bambini, imparando l’arte delle cose ‘in-utili’ (ovvero senza utile): il gioco (che è la dimensione più propria di un bambino), non è forse qualcosa di ‘in-utile’ (senza utile)?

Come i bambini, facendo propria l’arte di disturbare il voler starsene in pace degli adulti, costringendoli a scuotersi dalle loro certezze consolidate.

Come i bambini, capaci di porsi le domande più semplici ma anche le più imbarazzanti.

Come i bambini, non rinunciando a ciò che gli appartiene come diritto: la possibilità di sognare.

Come i bambini, dettando un nuovo passo mentre chiedono agli adulti di lasciarsi prendere per mano.

Tra il lasciar andare proposto da Gesù e la rigidità degli apostoli attraversati da uno spasmodico bisogno di controllo, cosa scegliamo?

Tra il voler prendere le distanze da ciò che sembra non avere nessuna rilevanza nell’ordine del profitto e il decidere di farsi piccoli, da che parte decidiamo di stare?

Tra il voler rivendicare una propria adultità e l’accettare la propria dipendenza creaturale, cosa facciamo nostro?

E tra il non restare bambini e il non avere le pretese degli adulti?

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Dal Vangelo secondo Matteo (19,13-15)

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.