Due diversi modi di stare di fronte a Dio, quello del re Acaz e quello di Maria. Entrambi fanno esperienza della disponibilità da parte di Dio ad entrare nella loro esistenza, ma mentre il re non si lascia interpellare affatto, Maria accetta di essere disturbata da un appello che risulta inconcepibile. All’aiuto offerto dal Signore, …

Due diversi modi di stare di fronte a Dio, quello del re Acaz e quello di Maria. Entrambi fanno esperienza della disponibilità da parte di Dio ad entrare nella loro esistenza, ma mentre il re non si lascia interpellare affatto, Maria accetta di essere disturbata da un appello che risulta inconcepibile.
All’aiuto offerto dal Signore, il re preferisce una soluzione di compromesso, arrivando persino a immolare uno dei suoi due figli. La sua sembra la risposta di chi non vuole importunare e, invece, essa traduce la decisione di lasciare fuori dalla sua vita l’intervento del Signore. Acaz ha paura di lasciar entrare Dio nella sua vita perché teme che la sua presenza lo privi della propria autonomia.
Maria, da parte sua, intuisce che Dio non è mai un intruso. Anzi, è il Signore che si fa trattare da ospite e che chiede sempre il permesso di entrare. Maria non chiede spiegazioni ma indicazioni che le permettano di accogliere fino in fondo ciò che il Signore ha deciso di compiere. Ella confessa la sua radicale povertà davanti al Signore quando dice: “non conosco uomo”. Accade anche a noi, allorquando siamo attratti da qualcosa di grande di fronte al quale non possiamo che riconoscere tutta la nostra impotenza. La povertà di Maria come la nostra impotenza restano tali. A far la differenza è ciò che l’angelo dice a Maria e ripete a noi: “Lo Spirito Santo…”. Ben a ragione san Paolo potrà dire che “la nostra capacità viene da Dio: è lui che suscita in noi la disponibilità ad operare secondo i suoi disegni”.
Sta a noi scegliere tra situazioni di compromesso come il re Acaz o affidarci all’azione dello Spirito Santo.
‘…avvenga per me secondo la tua parola…’
Non è stato forse un momento di crisi quello vissuto sa Maria all’annuncio dell’angelo? Progetti, desideri e speranze condivisi col suo fidanzato Giuseppe, messi in discussione dallo Spirito di Dio che le chiedeva di farsi grembo di un progetto che portava tutti i tratti dell’impossibilità. Nondimeno, Maria ascolta, interroga, cerca di capire e pur nella difficoltà a riuscire a conciliare impossibilità umana e annuncio di Dio, si affida ospitando un sogno che potrà realizzarsi solo grazie a lei. Maria lo fa lasciando parlare i segni che l’angelo le indica: c’è una grande differenza tra cercare i segni e riconoscere i segni.
Maria intuisce che quando c’è di mezzo Dio la vita è da concepire come un sistema aperto: Dio scombussola e mette in cammino. Quando gli dici di sì, la strada diventa il tuo luogo e il viaggio la tua occupazione. Vivere la vita con spirito di fede è accettare di stare a una perenne scuola di vela, dove appunto la tua vita è la vela e Dio è il vento che la fa andare.
Quante volte la vita scombussola i nostri assetti! Quante volte, a fronte dell’imprevisto e dell’ineludibile, corriamo il rischio di cadere o nella rassegnazione o nel risentimento rabbioso! Questi momenti – ci ricorda Maria – si affrontano provando a cogliere in quegli eventi quale parola Dio stia pronunciando su noi e sulla nostra vicenda, capaci di ospitare anche ciò che a tutta prima a noi pare inconcepibile. Quanti sogni e progetti Dio ispira e noi li vanifichiamo solo perché ci è chiesto di fare spazio a qualcosa che è oltre le nostre aspettative!

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Dal Vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.