Nell’ultima cena, in quel gesto che segnerà la sua offerta più libera e più piena, Gesù siederà a mensa con degli invitati per nulla capaci di riconoscenza e affidabilità.
Beato, dunque, perché essi non hanno la possibilità di ricambiarti. Solo gesti senza ritorno sono quelli che rendono felice l’esistenza umana.
Beato! Perché la ricompensa al dono non è il contraccambio, ma la felicità dell’altro e la vita che risorge attorno a te.
Una comunità, dunque, che partecipa della stessa geografia del cuore di Dio: nella geografia del cuore di Dio non ci sono anzitutto amici, fratelli, parenti o ricchi vicini (è un Dio a cui sta parecchio stretta la nostra logica familistica) ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.
Dio ci consegna un vangelo da Dio, che ci porta quasi in uno stile folle che nessun sistema sociale può contenere.
Quando tu inviti amici, fratelli, parenti e vicini il cerchio della vita si chiude nell’eterna illusione del pareggio tra dare e avere: e perciò non c’è futuro, perché la storia si chiude. Rompi questo cerchio mortifero, allarga l’orizzonte, spalanca il cuore e sarai beato perché la gioia più grande è quella che da te defluisce e che tu riattingi, moltiplicata, dal volto dell’altro. “E’ dando che si riceve…”, dirà Francesco d’Assisi. Sarai beato perché agisci come agisce Dio, perché vivere è dare.
C’è una stima da attribuire agli altri che è chiamata a superare l’orizzonte della simpatia, dei legami di parentela o del puro interesse di retribuzione (“do ut des”).
Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi…
Dal momento che queste persone non danno alcuna garanzia di poterti contraccambiare, l’invito al banchetto è fatto all’insegna della pura gratuità. Gratuità è il porsi davanti all’altro senza fare calcoli, senza progettare quanto ogni comportamento possa rendermi, senza chiedersi se vale la pena fare questo favore a questa persona e quale vantaggio ne possa derivare. E’ un dare in pura perdita. L’altro è accolto nella sua realtà più intima, quella che esternamente non appare o che addirittura le apparenze contraddicono.
Gratuità, donazione, semplicità: sono l’uscita di sicurezza dalle strettoie di un’esistenza pesantemente condizionata dalla logica del potere e dell’avere, dall’illusione dell’onnipotenza, dal disprezzo di chi nel gioco della vita risulta perdente.
Se così è Dio…
I puntini sospensivi sono d’obbligo. Tutto è ancora da declinare, ciascuno per la sua parte.
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Dal Vangelo secondo Luca 14,12-14
In quel tempo, Gesù disse poi al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».