Si era aperto con una dichiarazione di non sospetto il discorso della montagna: non pensate che io sia venuto ad abolire… Gesù non abolisce ma porta a compimento: la sua presenza nella nostra vita ha a nulla a che spartire con certe nostre immagini di un Dio che fa piazza pulita per poter finalmente regnare incontrastato. No. Egli porta a maturazione quanto c’è già nel tuo cuore, proprio come l’estate porta a compimento la promessa contenuta nella primavera. Non aver paura, perciò, di fargli spazio nella tua esistenza. Non viene a frustrare ciò che di vero sei portatore ma a dare impulso a quella linfa che già scorre dentro di te.
Se lo accogli ecco la proposta: dritto al cuore: un percorso di autenticità. Prova ad arrivare al cuore, ripete Gesù ai discepoli, e vedrai dilatarsi non solo l’orizzonte della legge antica ma anche quello della tua vita.
Dritto al cuore. È scritto in Eb 4,12 che la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. La Parola ci chiede di imparare a scrutare il cuore non già a fermarci a una osservanza formale di una norma come poteva essere quella data da Dio a Mosè sul Sinai.
Perché non basta limitarsi a non uccidere? Perché non basta non commettere adulterio? Perché non basta non giurare?
Grazie al viaggio che la Parola ci chiede di compiere scopriamo che se si arriva a uccidere qualcuno in realtà c’è sempre un mandante e questo mandante è l’odio che si coltiva nel cuore. Questo uccide già prima che l’altro sia colpito fisicamente. Il fratello, infatti, può essere eliminato con l’offesa o facendo come se non esistesse. Un cuore diviso non potrà non creare divisioni.
Grazie a quel percorso scopro che ancor prima di arrivare a tradire perché ho scelto di andare con un’altra persona in realtà ho spezzato il legame con chi mi sta a fianco già tanto tempo prima non investendo più in quella relazione. Attenzione perciò a mortificare la dignità dell’altro.
Grazie a quel percorso scopro, inoltre, che se arrivo a giurare il falso questo ha una radice ben più profonda che risiede in una vita bugiarda. Non posso, infatti, condannare gesti sbagliati se non arrivo a sanare la radice da cui hanno origine quei gesti.
È quello che altre volte abbiamo chiamato evangelizzazione del profondo, cosa ben diversa dall’evangelizzazione dei comportamenti: il cammino che la Parola propone è dall’evangelizzazione dei comportamenti all’evangelizzazione del profondo.
In questo viaggio verso il cuore, la Parola propone poi non già di non arrivare all’eliminazione fisica dell’altro ma di essere capaci di gesti di attenzione e di cura nei suoi confronti perché la sua vita maturi in pienezza. Non basta, infatti, evitare l’odio: è necessario amare.
In questo viaggio verso il cuore l’invito che la Parola propone non è tanto di non guardare l’altro per impossessarmene, ma di renderlo libero: solo così noi stessi sperimenteremo la libertà nel restare fedeli. Non basta, infatti, non possedere: è necessario creare legami di libertà.
In questo viaggio verso il cuore imparo ad avere il gusto della verità, anche se dovessi rimetterci di persona. Non basta evitare la menzogna: è necessario essere veri. Le relazioni interpersonali, infatti, per essere relazioni fraterne necessitano di fiducia reciproca. Se questa viene meno, giurare per qualcosa o per qualcuno, fosse anche Dio stesso, è solo segno di inautenticità.
Dritto al cuore: prova ad andare oltre la legge. E oltre la legge c’è l’amore.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».