Fino alla fine. Un vero e proprio irriducibile il Gesù del Vangelo: si direbbe che fino alla fine non ne abbia azzeccata una. Se guardiamo coloro che sono nella sua cerchia, verrebbe da obiettare: ma di chi si è circondato? Altro che le nostre raccomandazioni quando diciamo ai ragazzi: “Occhio agli amici!”. E, invece: Pietro, Giuda, la samaritana, il buon samaritano, Zaccheo, il figlio minore della parabola e, come se non bastasse, proprio nel momento in cui tutti, gli chiedevano di esibire un segno che lo avvalorasse come il Cristo, il buon ladrone.

Avrebbe potuto scegliere uno con ben altro pedigree per consacrare la sua intronizzazione regale e, invece, l’unico ad essere canonizzato da Cristo stesso ha alle spalle una Positio super virtutibus da far spavento: un malvivente titolato, un irrecuperabile agli occhi di tutti, ma non agli occhi di Dio. Infatti, proprio l’incontro dell’ultimo minuto segna che cosa accade quando la nostra abissale indegnità viene colmata dalla misericordia di Dio.

Suscita quasi uno scandalo il fatto che un uomo che ne abbia fatte di ogni, riceva in dono il massimo dell’aspirazione di ogni essere che vive sulla terra: l’amicizia con Dio, per sempre. Qui siamo oltre il criterio della giustizia retributiva: è bastato uno slalom fatto nel modo giusto nel momento giusto per vedersi dischiudere scenari che mai più si immaginava di guadagnare.

Fino all’ultimo istante della vita e, stando al vangelo, addirittura nella condizione peggiore di essa, si può sperare nella salvezza. Ciò che conta non è il quando di questo incontro con il Signore, se da piccoli, da adulti o addirittura nell’ultimo istante. Ciò che conta è che quando il Signore viene nella nostra vita, nei modi forse a noi più impensabili, non si perda tempo nell’accoglierlo e nell’affidarsi a lui.

Lo aveva ripetuto più volte: “gli ultimi saranno i primi… pubblicani e peccatori vi precedono… il regno patisce violenza e i violenti se ne impossessano… vi sarà tolto il regno e sarà dato ad altri che lo facciano fruttificare”. Ma nulla.

Proprio la vicenda dell’incontro dell’ultima ora ci ricorda come per Dio siamo reperibili h24 purché non opponiamo resistenza. Anzi, proprio quando sembra che non ci sia campo e ci sentiamo smarriti in una zona in cui neppure le chiamate di emergenza funzionano (per usare un linguaggio che conosciamo molto bene), proprio allora è più probabile che veniamo intercettati perché riconosciamo qual è il nostro vero posto. Proprio quando abbiamo toccato il fondo dell’abiezione, lì Dio può intervenire con la gratuità del suo dono.

Un malvivente di mestiere capisce ciò che il popolo non riesce a comprendere, bloccato com’è a contemplare quel singolare spettacolo che si consuma davanti ai suoi occhi.

Un malfattore sorpassa all’esame di teologia persino i capi del popolo che pure se ne intendevano di Scritture e di interventi di Dio e riconosce che quel disgraziato condannato alla stessa pena non è uno qualsiasi ma il re di un regno in cui vige tutt’altra logica rispetto a quella che tanto eccita i comuni mortali da che mondo è mondo.

Un uomo con un passato per niente glorioso si smarca dai soldati che, verosimilmente, credevano di aver assicurato alla giustizia tre ladri.

Sì, tutti credevano di essere finalmente riusciti a braccare chi a lungo avevano cercato di cogliere in fallo. Ora avrebbero potuto stare davvero in pace se è vero che erano andati a prenderlo addirittura con spade come si fa con un brigante tanto era pericoloso.

L’amico dell’ultima ora, invece, intuisce che quella strana fine del suo compagno di crocifissione, prima ancora che ascrivibile alla responsabilità di quanti si aggiravano sul Calvario, era l’esito di un cammino che radicava nella notte dei tempi, nel cuore stesso di Dio. Avesse voluto, infatti, sfuggire alla loro presa non gli sarebbe costato più di tanto se mentre lo arrestavano era riuscito persino a ricucire l’orecchio del servo.

Un giorno, quando dei Greci erano saliti a Gerusalemme per vederlo, Gesù si era paragonato al chicco di frumento. Che cos’è che assicura la salvezza di un chicco di grano, il preservarsi integro o l’accettare di marcire nel terreno per diventare fecondo?

L’amico dell’ultima ora riconosce che salvezza non è autopreservarsi. Ci si salva – ossia, la propria esistenza conosce il suo compimento proprio come il chicco di grano – solo se si sceglie di non tirarsi fuori.

L’amico dell’ultima ora scopre che a tenere su quella stessa croce il suo compagno di sventura non sono i chiodi come nel suo caso ma l’amore. Sì, perché solo l’amore vero non va in cerca della finale ad effetto per la propria condizione ma per quella dell’amato e gioisce se all’amato è assicurato un esito di luce: “Oggi, con me nel Paradiso”.

Popolo, capi, soldati erano solo delle pedine usate dalla morte per averla vinta sulla vita. E, invece, più forte della morte è l’amore. Tutti gli astanti non sono persone su cui avere la meglio ma fratelli e sorelle da condurre anch’essi a un felice approdo. Per questo poco prima aveva detto: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”.