Storia di un amore non corrisposto e di attese frustrate. Potrebbe essere letta da questo versante la storia tra Dio e l’umanità come la storia tra Dio e me. Quante attenzioni per quella vigna vangata, sgombrata dai sassi, piantata di viti scelte… Servi inviati, e poi altri ancora e poi, da ultimo, il figlio.
Storia di un amore non corrisposto, appunto.
Quante volte Dio l’ha vangata questa mia esistenza, dissodandola per non lasciarla incolta, quante occasioni offerte. Quante volte l’ha concimata con il dono della sua parola, con un perdono di nuovo concesso, con l’Eucaristia che ha ridato speranza al nostro andare.
Quante volte l’ha sgombrata dai sassi, cioè tutte quelle realtà che appesantiscono, ostacolano, fanno inciampare; quante volte l’ha sgomberata da visioni anguste e da realtà asfittiche.
Quante volte vi ha piantato viti scelte: quante presenze hanno illuminato la mia vita, quanti incontri sono stati per me un dono, quanti fratelli mi hanno fatto intravedere un diverso modo di guardare le cose. Eppure, non poche volte il Signore Gesù non trova più spazio in noi tanto da essere nuovamente “condotto fuori dalla vigna”.
Proprio come accade nelle nostre relazioni, diamo per scontato tutto, dalla vita (quando siamo capaci di apprezzarla se non quando la vediamo minacciata?) alla possibilità di goderne appieno, dal dono di alcune presenze (quando ne riconosciamo la valenza se non quando non ci sono più?) alle occasioni offerte attraverso di esse. E così finiamo per ritenerci padroni di ogni cosa, destinatari meritevoli della sollecitudine dell’altro, fruitori unici di quello che ci è stato affidato.
Come non recuperare il senso della gratitudine, per i fratelli e le sorelle, gli amici posti sul nostro cammino, per la fede che muove i miei passi e per i pensieri che fanno vibrare il mio cuore? È quella che potremmo definire come la memoria del dono: non smettere di interrogare la propria storia.
Questa gratitudine e questa memoria vanno cantate. Quando ciò non accade più, i nostri occhi sono incapaci di vedere e di riconoscere. Camminiamo con gli occhi bassi e finiamo per calpestare i fragili germogli che pure continuamente cercano di spuntare nel mio terreno.
Non basta vantare una storia veneranda di tradizioni: è dietro l’angolo il rischio di perdere tutto. Sarebbe come convincersi di vivere una relazione solo perché continuiamo a sfogliare l’album fotografico di quando ci siamo conosciuti, senza accorgerci che l’altro è già andato via da un pezzo.
In guardia, perciò, dall’indifferenza, dalla superficialità, dalla distrazione e da una rassegnata mediocrità.
Il Cantico dei Cantici, storia di amore tra Dio e il suo popolo, si apre con una amara constatazione dell’Amata: la mia vigna, la mia non l’ho custodita. Imparare a prenderci cura di noi stessi e di ciò che a noi il Signore ha affidato.

_________

Dal Vangelo secondo Marco (12,1-12)

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:
«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.